DONAZIONE DEL SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE

Posted by tismari on 4 Marzo 2015 in Leggo, rifletto e pubblico |

Vi riporto un argomento che mi interessa moltissimo e del quale, secondo me, si dovrebbe parlare a tutte le donne in attesa di un figlio, per quanto mi riguarda ho assistito a questa discussione, per la prima volta, durante un service Lions.
In Italia è consentito donare il sangue del cordone ombelicale a scopo solidaristico, a disposizione della collettività, oppure conservarlo ad uso dedicato. Queste due opzioni non comportano alcun onere economico per la famiglia e rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
La legge italiana sostiene la donazione solidale e dedicata sulla base di alcuni principi:
• scientifici, fondati sulla cosiddetta “medicina dell’evidenza”. Ad oggi, la principale applicazione clinica delle cellule staminali emopoietiche del cordone è il trapianto, che rappresenta una terapia salvavita e consolidata di grande successo per curare gravi malattie del sangue (come le leucemie), linfomi e alcuni disordini congeniti;
• etici, fondati sulla reciprocità e solidarietà civile che contraddistingue il nostro Sistema Sanitario Nazionale.
La conservazione del sangue cordonale ad uso autologo, non è consentita in Italia proprio perché, al momento, non esistono evidenze scientifiche riguardo a un suo impiego a scopo personale al di fuori dei casi previsti dalla normativa di riferimento. La raccolta del sangue cordonale è una manovra semplice, che viene effettuata dopo la nascita del bambino e del taglio del cordone e quindi non comporta nessun rischio né per la madre né per il neonato. Il sangue cordonale è prelevato solo se in sala parto possono essere assicurati i massimi livelli assistenziali per la mamma e per il neonato. È possibile donare presso una struttura ospedaliera che risulti accreditata come punto di raccolta (per conoscere i punti di raccolta del sangue cordonale, si può consultare il sito del Centro Nazionale Sangue).
La mamma che desidera donare il sangue cordonale dovrà sottoscrivere un consenso informato, eseguire un’anamnesi, sottoporsi ad esami del sangue (gratuiti) al parto e dopo sei mesi per escludere la presenza di malattie infettive che possono essere trasmesse al paziente.
Con un piccolo gesto d’amore si possono aiutare tante vite, è giusto saperlo!

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